lunedì 1 luglio 2013

SALE IN ZUCCA

Ecco il mio primo post (primo in assoluto, eh!). Un po' di pazienza, sto imparando.

Ho deciso di parlare del SALE. Perché si dice "avere sale in zucca"?
C'è chi dice che le zucche siano acquose e per niente salate... quindi trovarvi traccia di SALE sarebbe una cosa rara e preziosa. C'è chi invece sostiene che le zucche svuotate fossero utilizzate come contenitori, anche di sale... e quando era finito... non era buon segno.
In ogni modo, chi ha sale in zucca ha di sicuro intelligenza e saggezza, tutte cose buone. Vediamo perché.


Al sale sono state attribuite nel tempo molte virtù, vere o immaginarie, ed è diventato metafora di molti valori. Per delle sue capacità conservative divenne simbolo della natura eterna, della perpetuità, del patto tra Dio e Israele, ma anche dell’amicizia, della fedeltà delle truppe indiane agli inglesi (chi più ne ha più ne metta), della protezione dal malocchio e di verità e saggezza. Che si possono ricollegare al sale in zucca. Per estensione, divenne poi anche simbolo della sterilità.
Ma perché tutta questa importanza?


Il SALE ha sempre avuto una grande importanza, sia per l’alimentazione, animale e umana, sia per la conservazione dei cibi (avete presente il prosciutto?) e per altre particolari attività come il trattamento del cuoio e del pellame, ma di questo ci importa poco. Insomma, divenne una ricchezza per i popoli e chi non ne aveva sul proprio territorio doveva acquistarlo da altri popoli o scambiarlo con altre merci.

Presso i Romani il sale fu oggetto di monopolio sino dai tempi più antichi; ai soldati dell’Impero Romano veniva data una certa quantità di sale da cui derivò il termine “salarium”, con cui poi si cominciò a designare ogni tipo di compenso.
I Romani costruirono strade proprio per il commercio di questo prezioso prodotto, una delle principali era la via Salaria che univa le saline costiere alla Sabina.

Nei periodi successivi ognuno dei piccoli gli stati in Italia centrale, e specialmente in TOSCANA, cercò di assicurarsi una produzione propria di sale e si determinarono così molti centri di produzione sia di sale marino, sia di sale minerale, disseminati in varie zone.

Il controllo della produzione e della commercializzazione di questa merce rivestiva un ruolo strategico. Infatti il commercio di questa risorsa era considerata una “regalia”, cioè un diritto di chi esercita sovranità. Il sale divenne uno dei principali cespiti di tassazione che costituiva una delle maggiori entrate della finanza pubblica in Toscana dopo il Duecento.

I Comuni dominanti come FIRENZE imponevano alle città minori, come patto di sottomissione, l’acquisto coatto, a prezzi stabiliti, di determinate quantità di sale procapite, come forma di tassazione.
Quella che viene chiamata più comunemente “gabella del sale” era invece più simile ad una vera imposta.

Nel XV secolo il sale di Firenze arrivava principalmente da tre luoghi di produzione. VOLTERRA, con le sue sorgenti di acqua salsa, costituiva una delle maggiori fornitrici. Dalle saline di Volterra il sale veniva trasportato su carri o a dorso di asini, lungo la Via Salaiola, fino a EMPOLI.
Altri luoghi di produzione erano PORTOFERRAIO dell’Elba e CASTIGLIONE DELLA PESCAIA; questo sale marino giungeva da PISA a Empoli lungo la via fluviale dell’Arno
Da Empoli il sale veniva montato sulle chiatte e mandato, via Arno, fino a Signa, per raggiungere Firenze e il Casentino oppure distribuito via terrestre ai Comuni del Valdarno e della Valdinievole.

Lungo queste due vie commerciali si sono sviluppati numerosi centri, e nei punti nodali si trovavano i magazzini del sale, di importanza storica per la Toscana Medievale.

Nei MAGAZZINI DEL SALE di Empoli, si trova ora il MUVE, Museo del Vetro Verde di Empoli, ve lo racconto qui. 

Biblio:
Quaderni d’Archivio - Rivista dell’Associazione Amici dell’Archivio Storico di Empoli c/o Archivio Storico Comunale di Empoli, Anno 1, n.1, 2011




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